Emme Rossa |
Largo Garibaldi, il Bar Pellini.
Modena, città tipicamente medioevale nel suo centro storico fatto di strade strette, con pochi corsi ampi ed ariosi, si apre verso est, all’improvviso, con uno spazio aperto di notevoli dimensioni, è Largo Garibaldi. Gli urbanisti che fecero abbattere le mura e “Porta Bologna”, possono essere discussi per non aver lasciato memoria di quei bastioni che circondavano la città, ma l’apertura della Via Emilia in quel punto, dove troviamo al centro la splendida fontana del Graziosi con le statue raffiguranti i due fiumi modenesi, Secchia e Panaro, oltre alla bella struttura del Teatro Storchi e i bei palazzi che la circondano, hanno dato la possibilità alla “Vecchia Modena” di aprirsi a nuove e importanti dimensioni.
Arrivai a quel sito agli inizi degli anni ’50. Il mio compagno di classe all’Istituto Barozzi e con il quale instaurai una lunga e sincera amicizia, Germano Morandi, mi invitò un giorno ad andare con lui al Bar che frequentava con pochi altri coetanei che abitavano nella zona (allora quasi periferia) di Via Catellani e dintorni. Accettai l’invito e così, giorno dopo giorno, invece di di restare nella zona di Via Gian Maria Barbieri, dove si trovava la mia prima compagnia dopo il ritorno a Modena dallo sfollamento, iniziai a frequentare costantemente quel Bar d’angolo con Viale Reiter, nel quale, assieme ai tanti amici che vi trovai, passammo molti anni della nostra giovinezza ed anche quelli della maturità.
Il
Bar era gestito da due fratelli: uno grosso e “autoritario”, Primoun”
Pellini;
l’altro esattamente l’opposto, “mingherlino”, occhiali da
intellettuale, sempre cortese e molto gentile. Il locale, stretto ma
accogliente, aveva nel retro una stanza, da noi chiamata “stallino” dove,
a periodi alterni venivano sistemati, il calcio balilla, i tavoli da gioco, il
biliardo e i tavolini per i giochi delle carte. E lì, per anni, si svolsero
accese tenzoni a “boccette”, a “calcetto” e a “cotecchio”
tra i vari gruppi di giovani e meno giovani che man mano venivano a
frequentare quel locale. La maggior parte del tempo che si trascorreva in quel
sito lo si passava all’esterno, seduti ai tavolini a consumare, nei primi
anni i “panganlein” che cadevano dagli alberi e in seguito anche le
“classiche” consumazioni che via via, o “Primoun”, poi il figlio
Umberto con la moglie Dimma, ci “invitavano” a fare. L’inverno in
assenza dei tavolini si stazionava ugualmente in quell’angolo che era
diventato il punto di ritrovo mattutino attorno al mezzogiorno, pomeridiano
alle ore del vespro e serale.
A
quel Bar, negli “anni d’oro” ’50, “60, ’70, si trovarono
tre-quattro compagnie di giovani che man mano si fusero. Era la base di
partenza di tutte le nostre iniziative, la programmazione delle serate al
cinema, le scorribande nei locali notturni (in genere le balere, anche se
alcuni in seguito si dirottarono nei nigt club), i “raid” a Bologna o a
Reggio Emilia per dare una risposta alla Signora Merlin, o per la
programmazione delle serate a casa di qualcuno di noi per il classico “pokerino”,
o per l’organizzazione delle nostre vacanze e dei primi viaggi all’estero.
Insomma, tutto si svolgeva sotto i platani di Largo Garibaldi o all’interno
del famigerato “stallino”.
E’ ovvio che, essendo frequentato il locale da molti che vivevano il mondo dello sport non solamente come tifosi, ma come praticanti e in seguito come professionisti, le nostre conversazioni e le nostre discussioni, vertevano su argomenti tipicamente sportivi. Anche la politica ci coinvolgeva in animate discussioni, nei nostri gruppi erano presenti un po’ tutte le ideologie e, per molti, gli agganci politici avevano valenza di carrierismo professionale; di tanto in tanto non era difficile trovarsi di fronte a ”trasformismi” e a “salti della quaglia” che solamente qualche tempo prima non avresti mai immaginato.
I
gruppi di amici al Bar Pellini
Il primo gruppo, del quale faceva parte l’estensore di
queste note, anche chiamato “quelli dello sport”, era formato da elementi
provenienti, nella maggioranza, dalla “media borghesia” e da rari
“proletari”. E’ necessario, per rendersi conto della variegata
composizione dei gruppi, stilare, anche se brevemente, un ritratto di questi
personaggi che cercherò di “buttar giù” in ordine sparso, ma con la
certezza di ricordare amici che tanto hanno dato a Modena e alla sua gente.
Vorrei
iniziare con uno, di quelli di noi, che se ne “andò” pochi anni or sono.
La forte amicizia con Argeo
Tedeschi,
mio collega e noto maestro di tennis, nasce nelle aule scolastiche
dell’Istituto Barozzi e si cementò strada facendo, attraverso una miriade
di avventure, scherzi, giochi, e continuità nella frequenza quotidiana.
Alcuni episodi della nostra affinità si sono evidenziati nei racconti di vita
in altri capitoli. Aveva una gran dimestichezza con molte attività sportive
verso le quali era naturalmente predisposto. Ottimo giocatore di calcio, buon
tuffatore, poi dedicatosi al tennis come professionista e in seguito
appassionato di golf, sport che avevamo iniziato assieme. Carattere allegro,
sempre pronto alla battuta e alla “buona barzelletta”, ma nello stesso
tempo pronto alla facile arrabbiatura e a reazioni talvolta
“estemporanee”. Non per niente venne cacciato varie volte dai campi di
calcio, a scuola ebbe qualche provvedimento disciplinare, era, come si suol
dire, un “impulsivo”. Doveva entrare con noi all’Isef di Roma nel 1953
ma, per una disavventura non entrò, se non l’anno successivo. Venne
“ripagato” al termine degli studi dato che, nel 1956, comme allievo Isef
venne inviato, assieme ad altri quattro colleghi di corso e all’altro
modenese Oddo Federzoni,
in rappresentanza del nostro Istituto, alle Olimpiadi di Melbourne in
Australia. Si imbarcarono sulla nave scuola “Amerigo Vespucci”, con grande
rabbia del sottoscritto e dell’amico Germano Morandi (facemmo di tutto per
provare ad aggiungerci a quel gruppetto, ma non vi fu nulla da fare) e
ritornarono in Italia, causa il blocco del canale di Suez e dopo aver compiuto
il periplo dell’Africa, dopo circa sei mesi dalla loro partenza. Con questo
amico ho trascorso momenti indimenticabili, a scuola, in compagnia al bar, nei
vari viaggi effettuati assieme, a Praga, in Spagna, in camper al Gargano, in
Maremma; in Largo Garibaldi era sempre presente, ma assente nelle varie
spedizioni, in quanto già fidanzato in quegli anni con la sua futura signora,
la Bruna; parlava sempre dei suoi figli, Marcello e Marco e delle
preoccupazioni che gli dava il maggiore quando gli prese la passione per il
volo (ereditata dal nonno Enzo Tedeschi). Marcello, dopo l’esperienza in
deltaplano passò al volo a vela acrobatico, tanto da diventare campione
italiano in quella difficile specialità.
Vi
erano, nella compagnia, i “fedeli” o ammogliati e gli scapoli. Uno tra i
più fedeli era il mio compagno di corso all’Isef di Roma, Sergio
Zanasi.
Ben inserito nel gruppo ed uno dei meno “caciaroni”. Proveniva anche lui
dal mondo del calcio e dall’Istituto per Geometri, fu uno dei primi ad avere
a disposizione l’automobile, una “Topolino” Fiat con la quale si andava
a percorrere, con una certa frequenza, la tratta Modena Bologna o Reggio
Emilia, per le ragioni esposte in altra parte. Notoriamente chiamato “spazzetta”,
quando si trattò di partire per la spedizione romana fu subito con noi, anche
perché il cugino, “Paco”
Bortolamasi già
frequentava il corso A. A Roma Sergio è stato un allievo “modello”,
difficilmente partecipava alle nostre scorribande dato che era troppo preso
a scrivere lettere su lettere alla fidanzata, poi moglie, lasciata a
Modena.
Uno
di quelli dello “zoccolo duro” del Bar Pellini è stato Gianni
Bulgarelli;
già mio compagno di classe in quinta elementare, sempre allegro e disponibile
alle nostre “zingarate”; ci lasciò tutti sorpresi quando, dopo aver
ottenuto il diploma di Ragioniere, riuscì ad ottenere il classico “posto in
banca” sino a diventare un rispettato funzionario del Banco di San Geminiano
e San Prospero. Si era dedicato al Tennis, tanto da far diventare quella sua
passione, quasi maniacale.
Famose
erano le partite di doppio che lo tenevano impegnato, assieme ad un altro
componente il gruppo di Largo Garibaldi, Giorgio
Silvestrini,
detto anche “cariga”. Ai tavolini del
bar era costantemente presente, ma, data la sua posizione di
“ammogliato” poteva partecipare raramente a tutte le avventure del gruppo,
se non in rare occasioni, come avvenne in una circostanza dove venne
denominato “due calzini”.
Un
altro giocatore di calcio (portiere di buone qualità), di biliardino, di
cotecchio, di poker e di quant’altro era Tiziano
Ferretti.
Spirito ribelle, assiduo frequentatore anche del Guf di Via Università,
pittore e disegnatore di vaglia, come tutti gli uomini dotati di qualità
artistiche era sempre irrequieto, alla ricerca costante di cose nuove, tanto
che partì per l’Africa dove rimase alcuni anni in Kenia. Al momento però,
che in quella regione vi furono sconvolgimenti tribali e politici pensò bene
di ritornare alla sua Modena. Gli rimase appioppato l’appellativo di,
“Tiziano l’africano”.
Con
l’amico Germano Morandi
vi fu un lungo e costante rapporto; sempre assieme durante gli anni
all’Istituto Barozzi poi a Roma all’Isef e ancora negli anni successivi.
Anche lui proveniva dal mondo del calcio dove aveva notevoli possibilità,
tanto da essere ricercato anche da grossi Club; lo chiamavano “Gimona”
poiché aveva caratteristiche tecniche che si avvicinavano a quelle del
giocatore che portava quel nome, a quei tempi abbastanza noto. Si lasciò
andare, anche lui, alla “sindrome” del Bar Pellini, cioè alle peculiari
caratteristiche che caratterizzavano quel gruppo: fatte d’improvvisazioni
che rasentavano la genialità e di momenti di “apatia e rilassamento
generale”. Certamente benestante, amava l’abbigliamento elegante ma mai
appariscente, anche lui pieno di “verve” e di simpatia a volte offuscata
da una certa timidezza interiore che lo bloccava in momenti “importanti”.
Lo sport, nelle sue varie espressioni lo “sentiva” totalmente, era
sicuramente un perfezionista del “gesto atletico”. Alcuni anni dopo
l’uscita dall’Isef, decidemmo assieme di affrontare la grande città e
pensammo di andare a portare il nostro entusiasmo, le nostre conoscenze
acquisite a Roma e il nostro desiderio di emergere nella professione che
avevamo scelto, in un territorio dove le prospettive di lavoro erano
decisamente favorevoli. Milano, città “vergine” allora, dal punto di
vista dell’attività motoria; gli insegnanti di educazione fisica
scarseggiavano e nella scuola e nelle attività extra scolastiche,
contrariamente alla nostra città satura, a quel tempo, di questi
professionisti. La morte di mio padre mi bloccò a Modena, ma l’amico
Morandi decise la partenza in solitario. A Milano ebbe tante soddisfazioni che
lo portarono a diventare allenatore della squadra di pallavolo di Serie A di
quella città, sino ad assumere il ruolo di Direttore Tecnico dell’Isef
dell’Università Cattolica di Milano. Durante i primi anni della sua
permanenza a Milano ci furono frequenze costanti e con lui organizzai le mie
prime “Vacanze Sportive” di nuoto e tennis a Riccione. In seguito,
gradualmente, per la distanza tra le due città, per le scelte anche
professionali differenziate che via via andavamo facendo, ci portarono su
percorsi diversi e i nostri contatti si diradarono, se non per ritrovarci nei
momenti felici o tristi delle nostre vite.
Un
altro dei componenti “storici” del nucleo originario del Bar Pellini è
stato: Luciano Della Casa.
Unico a quei tempi, a non far parte del “gruppo sportivo”, anche se, negli
anni successivi, contagiato dalla sportività del gruppo, si dedicò, con
passione, a svariate attività sportive. Benestante, considerato “il
bello” della compagnia, proveniente, scolasticamente, dall’”elitario”
Liceo Classico L.A. Muratori, laureatosi poi in Medicina e Chirurgia, si trovò,
nell’ambito della società modenese, in una posizione decisamente
privilegiata. Il mio rapporto con il Prof. Dott. è stato costante per
lunghissimi anni. Pur divisi sul piano ideologico e politico e rispettandoci
reciprocamente, ci siamo sempre trovati molto vicini sul piano umano e
comportamentale. Sin dai tempi giovanili non mancava mai alle nostre “vivaci
frequenze” in quell’angolo di Largo Garibaldi; abbiamo partecipato assieme
agli incontri di quel mondo “bene”, nel quale era molto più inserito del
sottoscritto; partecipavamo alle varie feste, incontri di quella società,
abbastanza chiusa, e raccontataci in tanti “brevi” racconti sui libri del
già citato Beppe Zagaglia. Pur inserito nel mondo universitario e delle
cliniche modenesi, non ha mai disdegnato la frequenza con i suoi vecchi amici
“maestri di zompi”. Ci hanno maggiormente uniti le frequenze a varie
attività sportive quali, l’aereo club per l’ottenimento del brevetto di
pilota di aereo, la vela, con le tante uscite al mare o al lago sul suo
catamarano, come raccontato in altro capitolo, e i tanti viaggi compiuti
assieme,: alle Olimpiadi di Monaco sul mio pulmino Ford trasformato in “mini
camper”, con vicissitudini tutte da raccontare. Eravamo super attrezzati con
macchine fotografiche, cineprese, tanto da esser scambiati per operatori
ufficiali di quella manifestazione, o come quella notte che parcheggiammo il
mini camper davanti all’uscita della sede dei pompieri di Monaco che ci
svegliarono in piena notte per sapere cosa ci faceva il nostro mezzo davanti
alle porte di uscita dei loro mezzi; e l’arrivo al Villaggio Olimpico mentre
erano in piena azione i gruppi palestinesi che provocarono, come azione
dimostrativa, l’eccidio degli atleti israeliani ospiti di quel villaggio. E
poi i vari viaggi in Francia in Camper e in “Van”, con la sua compagna
Cristina Nocetti e il mio figlio più giovane che si annoiava fortemente per
le soste alle numerose cattedrali gotiche visitate, ma che poi si prese la sua
rivincita in Normandia, dove rimanemmo alcuni giorni in visita alle spiagge e
ai musei dello sbarco anglo-amricano del Giugno 1944. Certamente un’amicizia
rimasta nel tempo senza flessioni.
Erano
inseriti nel gruppo di Largo Garibaldi altri personaggi quali Franco
Ferretti
e il collega, Paolo Bassoli,
partecipe a molte delle mie vacanze sulla neve: frequentatore assiduo per
molti anni della nostra “conventicola”, e il compagno di classe per cinque
anni all’Istituto Barozzi, Franco Agnini.
Alternativa
era la frequenza del noto manager del “marketing” Giorgio
Fontanive,
con il quale, negli anni precedenti, vi era stata una lunga frequentazione
nelle scorribande per locali notturni e che negli anni del suo raggiungimento
di “elevati” traguardi socio-economici si dilettava a farci vedere il suo
ultimo acquisto in fatto di macchine prestigiose come la mitica “Ferrari”.
Altri amici ci raggiungevano, con minor frequenza, in quell’angolo cittadino come il mio compagno di banco per lunghi anni all’Istituto Barozzi, Franco Cadignani. E gli altri amici Geometri, Otello Incerti, Alberto Paltrinieri e Giulio Ghelli.
Al
gruppo primigenio si aggiunsero, poco tempo dopo, alcuni altri personaggi che
parteciparono attivamente alla vita della nostra “combriccola” a
cominciare dall’Ing.
Enrico Sacchetti,
uno degli ultimi “moicani”, essendosi sposato già avanti con gli anni, e
partecipe a tante nostre “esercitazioni”.
Di
quel gruppo faceva parte l’Avv. Teodosio
Valentini (Dody),
fanatico del pallone e di tutto il modo calcistico. Conosceva alla perfezione
le formazioni di tutte le squadre, ma la sua specialità erano i
“brasiliani”; Vavà, Didì, Pelè, le sue citazioni su tutto quel mondo,
assieme alle dotte citazioni delle “pandette”, erano sempre il “verbo”
per tutti noi. Ricco agricoltore, ricordiamo ancora con nostalgia le splendide
conviviali nella sua bellissima villa di Rubiera a base di “fagioli con le
cotiche” e portate varie della più indigesta e succulenta cucina modenese.
Sempre elegantissimo, si dilettò anche lui con lo sport del Tennis.
Frequentemente,
assieme ad un altro “doppista” Giorgio
Loi, che
partecipava agli “scontri” che avvenivano sui campi di “Giachina” in
Vial Formigina dove, per lungo tempo, si esibirono in “volè e rovesci”,
di dubbia tecnica tennistica, molti dei frequentatori del club poi chiamato
degli, “ex sfigati del Pellini’s bar.
A raccontare barzellette degne di essere inserite nelle più importanti trasmissioni televisive di Pippo Franco, vi era Piero Vigarani, che in seguito si specializzò come valido intrattenitore di importanti Club modenesi, dei quali faceva parte, come il Circolo della Biella e il Panathlon Club.
Molto
tranquillo e pacato era invece l’amico “Presidente”, Paolo
Giacobazzi,
del quale non abbiamo mai saputo, con precisione, il perché di un sopranome
così impegnativo. Meno presente, se non nei primi tempi, era un altro
componente di quel secondo gruppo: Gianni Pedrini.
Per
molti anni, il Bar Pellini al Largo Garibaldi, è stato il ritrovo di molti
modenesi che avevano un “ruolo” importante nella nostra città. Con noi si
inserirono, per un certo periodo,
personaggi come Lallo Adani,
Vincenzo Benassati
(quello degli olii) con il quale ebbi una certa frequentazione e un ottima
amicizia, per lungo tempo; oltre a Danilo
Gibellini e Alberto Molinari dell’omonimo
Bar del centro storico e il simpaticissimo amico Giuliano
Cavazzuti,
da alcuni anni non più con noi.
Ovviamente
ho citato i nomi di coloro con i quali ho avuto maggiori frequentazioni e che
la mia memoria è riuscita a tenerli custoditi. Tanti altri saranno sfuggiti e
mi dispiace di non poterli ricordare, in questo modesto “album dei
ricordi”.
Arrivarono,
dopo qualche tempo, costituendo un altro importante inserimento nella
“banda” del Bar Pellini. Erano i “transfughi” dall’Avia Pervia di
Viale Monte Rosica. Raggiunsero quei tavoli, all’angolo con Viale Reiter,
alcuni personaggi che si integrarono totalmente con il gruppo “originario”
anche se vi era una piccola differenza d’età. Tra di loro
“primeggiava”, ma non per la statura, un Professore Universitario, docente
di Matematica, che “sembrava” tenere le “redini” di quel gruppetto.
Dotato di notevole simpatia e intelligenza, Sergio
Levoni,
e di “sufficienti” doti di comunicabilità, riuscì in breve tempo, a far
sì che i suoi “accoliti” venissero completamente assorbiti nel gruppo, ed
accettati dai “vecchi” del Bar Pellini. Il Prof.re, che in seguito, per
“un pelo” non riuscì a diventare Magnifico Rettore dell’ Ateneo
modenese, fu, senza ombra di dubbio, un acquisto importante per il nostro
“piccolo o grande mondo”. Innumerevoli furono le sue partecipazioni alle
nostre iniziative, anche in campo sportivo attraverso le mitiche partite di
tennis e alle spedizioni sciistiche sulle nevi dolomitiche.
In
quel gruppo la rappresentanza sportiva più importante era quella del noto
pallavolista, Silvano
Mazzi.
Allievo del “grande” Franco Anderlini è stato uno dei pilastri della
“compagnia”; grande atleta, ha vestito a lungo la maglia della nazionale
azzurra di pallavolo, dedicandosi successivamente al tennis, raggiungendo
buoni risultati a livello provinciale ma fondamentalmente a livello
professionale diventando uno dei più apprezzati Maestri della città. Con la
sua simpatia, con la sua partecipazione al gruppo di amici nel quale si era
inserito, ha dato una “marcia in più” alla compagnia del bar di Largo
Garibaldi.
Con
loro arrivò un altro che si “dilettava” di “racchette e palline” pur
dovendosi confrontare più spesso con l’Ispettorato della Motorizzazione che
lo sostentava con uno stipendio
che, assieme a quello della consorte (la nostra simpaticissima collega
“Checca”), lo metteva in condizione di frequentare quel gruppo di “quasi
disperati”, oltre che il Tennis Club Modena, Mauro
Bevilacqua,
pur non avendo partecipato alle “tipiche” manifestazioni del nostro
gruppo, è pur sempre stato elemento determinante nell’ambito delle
“conviviali” ai tavolini del Bar Pellini.
Non
si dedicavano molto alle svariate attività sportive degli “ex sfigati del
Pellini’s bar” gli amici, Camillo
Nicoletti e Paolo Rebuttini.
Entrambi Ingegneri e molto disponibili a tante delle iniziative del nostro
clan, specialmente nel periodo dell’età matura. Paolo, purtroppo scomparso
alcuni anni or sono, era veramente diventato un buon amico, aveva una
filosofia di vita tutta sua, che me lo aveva reso particolarmente simpatico.
Veniva spesso a trovarmi in palestra all’Athletic Club, anche se non era
assolutamente dedito all’attività sportiva. Amava le conviviali, le
discussioni con gli amici, il vivere tranquillo, qualche partita a carte, e la
famiglia. La sua scomparsa lasciò un gran vuoto in tutti noi.
Un'altra figura importante è stata quella del “gigante buono”: Olivo Barbieri, uno dei primi grandi della pallavolo modenese. Anche lui ha vestito numerosissime volte la maglia della nazionale italiana, la sua grande passione era la scuola: come insegnante di Educazione Fisica ha dedicato tutta la sua vita all’educazione delle giovani generazioni, privilegiava l’insegnamento nella scuola Media, dove si è sempre trovato a suo agio. Qualche volta lo si vedeva anche dietro al bancone della farmacia del fratello, in Largo San Giorgio, essendo ovviamente laureato in farmacia, ma lo sport era la sua vera ragione di vita.
L’ultima vera, importante e coinvolgente iniziativa, che intraprendemmo, già in età matura, fu la mitica vacanza sul Gargano nel mese di Settembre del 1974. Partimmo con tre equipaggi: auto e roulotte, Sergio Levoni e Silvano Mazzi; mini Camper, Bruno Zucchini e Argeo Tedeschi; Camper, Luciano Della Casa. Super attrezzati con: gommone a motore per lo sci nautico di Sergio Levoni, catamarano a Vela di Luciano Della Casa, Telecamera, per la visione diretta di ogni nostro movimento, di Bruno Zucchini, oltre a macchine fotografiche, telefoni intercomunicanti (allora non esistevano i cellulari), racchette da tennis, mazze da golf (sport che avevamo appena preso in considerazione). Un campeggio, quasi deserto proprio sulla “Testa del Gargano” accolse, per circa quindici giorni quel gruppetto, al quale si aggiunse anche Paolo Bassoli, di “maturi ragazzini” con famiglia e figli lasciati “ingenerosamente” a Modena, a comportarsi come dei ventenni, ma con un’attrezzatura che negli anni giovanili non potevamo sognare. Tutto andò per il meglio, l’unico diverbio avvenne, tra due componenti del gruppo, sul modo migliore di cuocere gli spaghetti, c’era chi li voleva spezzare e chi li voleva cuocere tutti interi. Fu, senz’altro, il “canto del cigno” del nostro gruppo che, con il passare del tempo, con le vicissitudini personali e familiari di ciascuno, continuò sì a trovarsi a quell’angolo tra Viale Reiter e Largo Garibaldi, ma che gradualmente andò a ridursi.
Io, qualche volta, mi soffermo ancora oggi in quei luoghi, non sono molto cambiati, ma non vedo più i numerosi amici “veri”, che frequentavano il Bar Pellini, amici che mi hanno accompagnato per tanti anni e, in quei momenti, uno struggente ricordo mi attanaglia la gola. Vorrei, sogno impossibile, ritornare a quegli anni quando non ci accorgevamo che la giovinezza passava e non tenevamo in nessun conto il poeta che ci diceva: “Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia, del doman non v’è certezza…….”.
Non sono pochi, a Modena, coloro che, sentendo parlare di Panathlon, lo confondono con il “Pentathlon”. Tante persone, incontrandomi e non conoscendo bene l’etimologia di queste due parole che provengono dalla lingua greca, mi hanno chiesto delucidazioni che ritengo di dovere illustrare in questa sede. Il “Pentathlon moderno è una disciplina sportiva che comprende cinque specialità: il nuoto, la scherma, l’equitazione, la corsa e il tiro. A Modena la Società di Pentathlon Moderno, guidata dal Prof. Pier Paolo Alessandro, ha una grossa tradizione confermata da risultati agonistici di grande prestigio.
Il “Panathlon International Club” è tutt’altra cosa.
Il termine Panathlon lo si può tradurre con l’espressione, “Insieme delle discipline sportive” oppure, “sodalizio delle discipline sportive”.
E’ strutturato in tre continenti, conta oltre trecento club con più di tredicimila soci in tutto il mondo. Quello modenese è il 49° Club essendo sorto il 2 Aprile 1958 per il volere di tre promotori: il Cav. del lavoro Renzo Orlandi, il Dott. Fausto Arata e il Dott. Cesare Gambirasio. Si riunirono, in quella fine degli anni ’50, assieme ad altri sedici noti personaggi del mondo sportivo, imprenditoriale e professionale modenese, per costituire, anche nella nostra città, questo Club, fondato a Venezia il 12 Giugno 1951, e che nell’arco di pochi anni riuscì a raggiungere traguardi prestigiosi in tutto il mondo, se si esclude molta parte di quello anglosassone, sempre restio a recepire le iniziative dei “latini”.
Lo scopo di questa organizzazione è quello dell’affermazione dell’ideale sportivo e dei suoi valori morali e culturali, come strumento di formazione e di evoluzione della persona e di solidarietà, tra gli uomini e i popoli.
Coloro che a Modena recepirono quell’alto messaggio teso a favorire l’amicizia e la collaborazione tra tutti i panathleti e quanti operano nella vita sportiva, furono: Dott. Lodovico Aggazzotti, Dott. Bruno Amaduzzi, Dott. Fausto Arata, Dott. Bassi Lodovico, Comm. Mario Camangi, Dott. Renzo Chiesi, Corradini Alfredo, Ing. Lorenzo Ferrari Amorotti, Avv. Giorgio Ghiottoni, Rag. Inillo Gon, Dott. Enzo Leonelli, Comm. Renzo Orlandi, Prof. Rubens Pedrazzi, Prof. Dott. Gregorio Piccagli, Avv. Sergio Setti, Comm. Vittorio Stanguellini, Rag. Franco Trabucchi e il Prof. Paolo Zoboli.
Questi personaggi, notissimi a Modena per le loro alte doti di uomini di sport e tutti con ruoli di notevole livello nell’ambito della società modenese, intesero diffondere a tutti i livelli, con azioni sistematichee continue la concezione dello sport ispirato al “fair play”, come elemento di cultura degli uomini e della società tutta. Ebbero, negli anni immediatamente successivi alla costituzione, un seguito notevole: per molti modenesi, in qualità di ex atleti, o di dirigenti, tecnici, insegnanti che operavano nel variegato mondo dello sport, l’entrare al Panathlon Club, era un traguardo molto ambito: vi erano “liste d’attesa” in quanto, come da regolamento del Club, pur essendo rappresentate tutte le categorie sportive, non potevano essere accettate candidature superiori, inizialmente a tre, passate poi a cinque rappresentanti, per ogni disciplina.
Si diceva, e forse i primi tempi lo è stato, che fosse un Club “elitario” ma in realtà e stato, ed è ancora, semplicemente un ritrovarsi in una “elite” di uomini di sport.
Infatti ci siamo sempre impegnati ad intraprendere iniziative tese a promuovere studi e ricerche sui problemi dello sport e dei suoi rapporti con la società, divulgandoli nell’opinione pubblica in collaborazione con la Scuola, l’Università e le altre Istituzioni culturali e sportive: continuiamo a partecipare alle elaborazion delle normative sportive, intervenendo nei procedimenti di proposta, consultazione e programmazione nel campo dello sport, con le modalità previste dai singoli regolamenti nazionali e regionali; ci siamo adoperati e continuiamo a farlo, affinché la possibilità di una sana educazione sportiva venga garantita a tutti, senza distinzione di razza, di sesso, di età, soprattutto attraverso la promozione dell’attività giovanile e scolastica, culturale e sportiva.
Le critiche che molti, anche all’interno del mondo dello sport, ci facevano, chiamandoci “spregiativamente” “gli sportivi della forchetta, in quanto le nostre riunioni conviviali si svolgevano, ma non sempre, nei più noti ristoranti cittadini, non durarono a lungo. Questo pregiudizio venne superato e, ben lieti sono stati tutti gli sportivi e non, intervenuti alle nostre riunioni. In quasi cinquanta anni di attività, tanti ne compiremo nel 2008, abbiamo consegnato a quasi ottocento modenesi i “prestigiosi” Premi Panathlon che sono un riconoscimento annuale ad atleti, dirigenti, tecnici, benemeriti dello sport, particolarmente distintesi nelle varie attività sportive. Di questo, noi uomini del Panathlon ne siamo particolarmente orgogliosi, dato che la nostra città ha sempre dato allo sport nazionale uomini e donne di notevole “caratura” sia a livello nazionale che internazionale. Il nostro scopo, oltre agli ideali sopraesposti è quello di incentivare e sostenere le attività a favore dei disabili, a prevenire le tossicodipendenze con iniziative di solidarietà, assieme alle altre strutture sparse sul territorio, promuovere la realizzazione dei programmi tesi all’educazione alla non violenza e alla dissuasione dal doping.
Il Panathlon International è stato riconosciuto ufficialmente dal Comitato Internazionale Olimpico (CIO) e fa parte dell’Associazione Generale delle Federazioni Internazionali Sportive (AGFIS), del Comitato In ternazionale “Fair Play” e dell’International Council of Sport Science del Physical Education, ed è inoltre in relazioni sistematiche con l’UNESCO e con l’Associazione Nazionale Comitati Olimpici Europei.
Nell’anno 1972, l’amico e collega, Dott. Prof. Bruno Goldoni, con il quale vi era stata in quegli anni una buona frequentazione nell’ambito delle associazioni degli Insegnanti di Ed Fisica, ANEF e ANDES-ISEF, mi propose di entrare in quel Club dove era già socio da qualche tempo.
Dopo nemmeno due anni di frequentazione al Club, alle prime elezioni per il rinnovo delle cariche, venni eletto nel consiglio Direttivo per il biennio 1974-1976, con la carica di Segretario. Presidente venne eletto il Dott. Luigi Prampolini. Inizia così la mia lunga militanza nel Panathlon Club Modena, nel quale ho ricoperto, praticamente, tutte le cariche.
Negli anni precedenti avevano ricoperto la carica di Presidente del Club, il Cav. Renzo Orlandi, per quattro bienni, poi, a seguire, il Prof. Paolo Zoboli, il Comm. Vittorio Stanguellini e l’Ing. Giulio Alfieri, presidente nell’anno della mia entratura.
Molte erano state le iniziative intraprese negli anni che vanno dal 1958 al 1974 e moltissimi personaggi del mondo sportivo, della dirigenza, e della gestione imprenditoriale modenese, erano diventati soci del Panathlon. Ogni mese venivano tenute, al ristorante Fini di Via San Francesco, conviviali con la presenza di notissimi personaggi del mondo sportivo e culturale nazionale, ma anche molte serate erano condotte dai più validi rappresentanti del nostro territorio e soci del club.
Ne cito alcuni: l’Ing. Renzo Nostini, l’Avv. Carlo Alberto Perroux, il Prof. Augusto Botola, Orlando Sirola, il Dott. Cesare Florio, il Prof. Antonio Venerando, Nino Benvenuti, il Dott. Bruno Benek, il Dott. Primo Nebiolo e tanti altri.
Entrai pertanto in un club già notevolmente consolidato sul territorio. Il desiderio di contribuire al continuo miglioramento del Panathlon modenese era molto forte in me. Con il Presidente Dott. Luigi Prampolini, uomo dotato di una carica straordinaria e di un’umanità sorprendente, oltre che di una profonda conoscenza del mondo sportivo italiano, mi trovai in un consiglio direttivo dinamico e brillante per la sua composizione, fatto di nuove leve e di uomini esperti e già “anziani” della vita di club. Il Consiglio direttivo era composto oltre che dal Presidente e dal Segretario, dai Vice Presidenti, Prof. Paolo Zoboli e il Comm. Giuseppe Panini, Tesoriere il Rag. Inillo Gon e consiglieri il Dott.Fausto Arata, l’Avv. Mario Piazzi, il giornalista Sandro Bellei e il M° Mario Reguzzoni.
Iniziammo l’attività con una serie di manifestazioni di una certa rilevanza, come le celebrazioni del Centenario della S.S. La Fratellanza con l’allora Presidente Avv. Camillo Sivelli, con il Presidente di quegli anni della FISI Omero Vaghi, e con la presentazione del Nuovo Ippodromo Modenese da parte del Dott. Carlo Cacciari e dall’Avv. Giorgio Ghiottoni. Fu poi con noi il grande esperto di cavalli e notissimo giornalista, il Dott. Alberto Giubilo che trattò l’argomento “Uomo e cavallo: discorso antico”. Organizzammo alcune “tavole rotonde” con la trattazione di alcuni sport, quali l’hochey, il tiro al piattello ed il ciclismo nella loro visione locale e nazionale.
Giuseppe Panini Presidente, Bruno Zucchini Segretario
Dal 1976, e durò sino al 1980, iniziò la lunga e costruttiva collaborazione con la Presidenza di Giuseppe Panini, con lo scrivente ancora segretario con l’aggiunta della carica di Tesoriere. Collaboratori nel Consiglio Direttivo di quegli anni, furono uomini di comprovata presenza nel mondo sportivo modenese e dei quali sono stato lieto di aver avuto la loro amicizia. Il Dott. Luigi Baraldi, il Rag. Giancarlo Lei, il Dott. Giorgio Pulini, il prof. Olivo Barbieri, il Geom. Giovanni Giusti, il M° Mario Reguzzoni, il Comm. Walter Bellei, il Cav. Francesco Badiali e l’Ing. Giorgio Zanasi.
Con Giuseppe Panini instaurai una profonda e duratura amicizia che ci portò alla “regia” di numerose manifestazioni, contribuimmo in quegli anni a dare un notevole impulso alla vita del Club. Anche negli ultimi anni, prima della sua morte, non mancava di intervenire a quelle serate che, per i due anni di sua presidenza, aveva condotto con magistrale sensibilità e con quella “verve” che lo aveva reso veramente inarrivabile. Quanti momenti importanti per lo sport modenese abbiamo passato assieme: vorrei ricordare che il suo nome non è legato solamente alla squadra di pallavolo, prima di tutto modenese, poi internazionale che ha raggiunto tutti i traguardi possibili, ma diede anche, inizialmente, un grosso aiuto al rugby della nostra città e alla sezione di atletica leggera che raggiunse prestigiosi traguardi a livello nazionale. Il suo buon umore e la sua vivacità culturale, specialmente nel mondo dello sport resteranno sempre un grande ricordo per tutti i panathleti modenesi.
Trattammo numerosissimi argomenti legati a svariate discipline sportive contornandoci sempre di grosse personalità del mondo sportivo nazionale. Livio Berruti, i giornalisti Italo Cucci, Adalberto Bortolotti, Adriano De Zan, il Prof. Franco Chierego, il Dott. Enzo Boschi, la Prof.sa Egle Abruzzini furono spesso nostri ospiti e non si possono dimenticare le bellissime serate al Real Fini per la tradizionale Festa degli Auguri con la consegna dei Premi Panathlon.
Dopo parecchi anni dedicati all’organizzazione di tanti eventi mi presi una pausa, assieme a Giuseppe e passammo la mano.
Iniziò cosi la Presidenza, durata alcuni anni, del noto giornalista modenese Sandro Bellei che, affiancato dal nuovo segretario Alberto Michelini, diede un impronta notevole all’affermazione, e al miglioramento culturale sportivo del nostro club nel quale il sottoscritto rimase nel consiglio direttivo ricoprendo la carica di Vice Presidente. Anche con Sandro le nostre serate ebbero sempre un impostazione di “alto valore sportivo” con la costante presenza di notevoli personalità e di molti suoi “colleghi”, di caratura nazionale.
Durante la Presidenza Bellei vanno messi in evidenza due importanti convegni che sono stati organizzati con la collaborazione del 5° Distretto. Il Convegno “Sport e Territorio”, tenutosi nel 1982 in due giornate, si pregiò della presenza del Presidente Internazionale Dott. Paolo Cappabianca e del Governatore del Distretto Rag. Bruno Burattini.
Relatori furono il Dott. Giovanni Bazzali inviato speciale del “Il Secolo XIX” di Genova e Direttore della rivista del Panathlon International, il Dott. Enzo Castaldi Dirigente Rai Tv e consulente del CSI, il Prof. Giorgio Ariani, assessore allo Sport del Comune di Modena, e il Comm. Florio Mattei delegato regionale del Coni.
L’altra manifestazione di un certo rilievo fu la celebrazione del centenario della nascita del ginnasta Alberto Braglia alla quale, in concomitanza, venne abbinata una mostra-concorso di fotografia sportiva.
Nel 1984 con l’elezione di Sandro Bellei a Governatore del 5° Distretto, diventò Presidente del Club modenese il Dott. Bruno Meschiari, carica che mantenne sino al 1989. Molto importante, in questi anni, fu l’organizzazione del convegno, il 30-31 Marzo 1985, presso la Camera di Commercio di Modena, su ”Lo Sport nel Medio Evo e nei secoli successivi”: ebbe ampia risonanza nella cittadinanza modenese per la sfilata, nelle vie della città e con l’esibizione in Piazza d’armi di, figuranti, sbandieratori, arcieri e balestrieri. Relatori a quel Convegno furono, Orianna Baracchi, corrispondente della “Deputazione di Storia Patria per le Province modenesi”, Sisto Favre scrittore, giornalista, saggista, Giorgio Ariani all’epoca Presidente Regionale della FIDAL, Paolo Berardi, Avvocato, considerato uno dei maggiori esperti nel campo del Diritto della navigazione da diporto, Walter Brunoni, forlivese, insegnante di educazione fisica e scrittore, Roberto Frangi, decano del Panathlon Club di Firenze, Fabio Marri, Segretario del Centro Studi Muratoriani di Modena, Mario Reguzzoni, Maestro e Dirigente della Società Panaro, storico dello sport modenese; Franco Monterisi, Consigliere centrale del Panathlon International; Ugo Veronesi, ferrarese, ex giornalista del Corriere Padano, Presidente dell’Associazione Vittime civili di guerra, Gaetano Piscitelli, foggiano, Docente di lettere classiche e Preside di un Istituto Superiore e Renzo Ghiotti, Presidente della Federazione balestrieri di San Marino.
Sempre in questa circostanza venne presentata, in collaborazione con gli archivi delle Edizioni Panini, nella sala del ridotto Comunale, la Mostra “C’era una volta lo sport”. In seguito, in occasione del trentennale del Club, nel 1988, venne dato alle stampe un bel libro dedicato a quella manifestazione.
Durante la presidenza di Bruno Meschiari venne data molta attenzione alle conviviali con la presenza di numerosi relatori, e agli Interclub con altri club modenesi quali, il Lyons Estense, il Round Table e altri.
Tantissimi personaggi di rilievo, intervennero alle serate del Club del nostro Bruno Meschiari che si rivelò un ottimo organizzatore e prestigioso conduttore.
Nel 1990 passò alla guida del Club l’indimenticato amico Ettore Maioli, prematuramente scomparso, commissario di gare automobilistiche, docente universitario e consigliere del Comune di Modena. Seppe dare al Panathlon modenese, un impronta di signorilità e di alto contenuto culturale e sportivo, a tutte le nostre conviviali. Con lui, nel consiglio direttivo si trovarono: in qualità di Vice Presidenti il Cav. Francesco Badiali, e il Cav. Sandro Bellei; Segretario, Alberto Michelini e Tesoriere il Dott. Sergio Manzini. Consiglieri: il P.I. Alessandro Battani,il Rag. Livno Bettelli, il Prof. Franco Bisi, la Prof.sa Elisabetta Cortesi, il Cav. Angelo Testoni, il Dott. Franco Totaro e Piero Vigarani.
Di quella Presidenza, vorrei ricordare alcune brillanti serate condotte con estremo rigore da quel “perfezionista” che era Ettore.
La presenza dell’ex campione di ciclismo e poi Presidente Internazionale del Club, Vittorio Adorni; la presentazione della prima scuola di alta specializzazione per la ginnastica artistica della Panaro; l’inaugurazione del Monumento, voluto dal Panathlon, al Palazzotto dello Sport di Viale Molza, oltre ad una serie di serate dedicate alla, vela, al golf e al rugby.
Vi fu, dopo il periodo Maioli, un ulteriore biennio condotto da Sandro Bellei, prima della mia “investitura” a Presidente.
A questo punto mi tocca sottolineare uno degli aspetti di “demonizzazione politica” , che subii, anche in quell’ambiente, da parte di certa società modenese, “solamente” perché ero considerato, come lo sono ancora, ”uomo di destra”, pur non avendo, all’interno del Club, svolto temi ideologici o politici; i miei interventi erano sempre stati rivolti alla visione dei più alti valori dello sport e della difesa di una “vera” Educazione Fisica nella scuola e nella vita sociale.
Avevo sempre avuto, dalla maggioranza dei soci in tanti anni, un notevole riscontro di simpatia e di riconoscenza per il mio “lavoro” svolto in qualità di Segretario durante gli anni del “governo” Panini. I miei interventi in tante conviviali ottenevano sempre il gradimento di buona parte dei presenti.
Molti soci mi avevano fatto pressione, in due o tre elezioni affinchè mi candidassi alla Presidenza, come feci durante le elezioni, Meschiari, Maioli e Bellei, tanto che, in quest’ultima venni sconfitto per un solo voto. Le componenti ”sinistrorse” e “centriste” del Club in realtà osteggiavano la candidatura alla Presidenza di un “destrorso”, finchè facevo il “portatore” d’acqua” come segretario, tutto bene, ma il vertice nò.
In realtà non fu solo questo, che in fondo potrei considerare marginale e limitato, il momento di “epurazione” dalla Società modenese di un personaggio legato alla “destra”, ben più ”brucianti” furono altre “esclusioni”. Sia alla Presidenza del Coni, quando chiuse la sua attività di “Presidentissimo”, il Dott. Fulvio Setti, che propose la mia candidatura, sia, dopo il pensionamento del Prof. Bruno Mario, dall’ufficio di coordinatore di Educazione Fisica presso il Provveditorato agli Studi, quando buona parte della base degli insegnanti, miei colleghi, mi avrebbe ben visto in quel ruolo; un doppio “Niet” da parte del potere social-comunista, che non gradiva, in quei ruoli un uomo di “tendenze destrorse”. Certamente se avessi avuto in tasca una delle tessere dei partiti dominanti, democristiano, socialista o comunista, le cose sarebbero andate diversamente.
Gli uomini di destra, tutti, sul nostro territorio, in questi ormai lunghissimi sessanta anni, sono stati messi completamente al “bando” dallo strapotere comunista locale e sempre a prescindere dalle loro capacità professionali, culturali e intellettuali. In venti anni di “dittatura fascista” non sono mai stati messi “fuori dalla porta”, tessera o non tessera, un numero così alto di persone come è invece accaduto durante l’ipocrita dittatura comunista modenese.
Alle elezioni del biennio 1996-1997, venne presentato, come candidato alla mia ulteriore candidatura, il noto uomo politico modenese, Dott. Graziano Pini, da poco tempo entrato, come socio, al Panathlon.
Fu la prima volta che mi motivai, tutte le candidature precedenti erano solamente “pro forma”. La mia elezione avvenne con ampio margine sul candidato “politico”. In fondo i soci scelsero, “a prescindere”, l’uomo che per tanti anni si era prodigato per il Club e non “l’ultimo arrivato”.
Per molti anni mi ero sempre battuto affinché le presenze della “presidenza” avessero solamente una durata biennale, come da statuto, onde dare la possibilità di avvicendamento alle varie espressioni culturali e sportive di chi conduceva il club, e così mi comportai per il mio “mandato”.
Fatto stà che dopo la sconfitta, il candidato “politico” diede subito le dimissioni, così come altrri due che, ovviamente, non gradirano la collocazione di un “fascista” alla guida del club. In compenso ci furono nuove entrature.
Il consiglio direttivo con il quale ebbi il piacere di avere la collaborazione in quegli anni era composto dai Vice Presidenti, Graziano Pantaleoni, e l’Arch. Paolo Sorzia; in qualità di Segretario Arduino Monari e come Tesoriere, Piero Vigarani. Consiglieri: il Dott. Roberto Armenia, il Dott. Bruno Goldoni e il Dott. Bruno Meschiari. Past President, Sandro Bellei. Vennero eletti come revisori dei conti il Geom. Giovanni Giusti, il Dott. Franco Botto, e il Dott. Franco Zanasi. Probiviri: il Cav. Uff. Luigi Vecchi, il Dott. Manfredo Biancani e il Comm. Giuseppe Panini.
Iniziai con entusiasmo il mio mandato inaugurandolo la sera del 25 Gennaio 1996 alla “Secchia Rapita” in Corso Canalgrande, con una serata dedicata alla Pallacanestro modenese con la presentazione del libro di Erio Rodeghiero titolato “Il Basket a Modena”. Uno splendido volume curato, nella sua splendida veste grafica, dall’editore Gianfranco Ronchetti che racconta in modo esauriente la storia della Pallacanestro a Modena e Provincia.
Era il periodo di una certa ripresa del basket a Modena con la nuova società “Menestrello” che militava in A2; presenti alla serata, oltre al curatore del volume Erio Rodeghiero e l’editore Ronchetti, gli atleti, Nino Pellicani, Roberto Premiere e Giovanni Noli con l’allenatore Stefano Pillastrini. Notevole anche “il parterre” dei presenti che parteciparono a quella serata proficua di contenuti sportivi e di ricordi del passato cestistico modenese.
Meglio di così, per il sottoscritto, non poteva iniziare.
Prosegui con una serie di iniziative quali il progetto per una biblioteca e cineteca sportiva e con la proposta di titolare due impianti sportivi modenesi, uno, il Palazzo dello Sport al Prof. Franco Anderlini, l’altro, il campo scuola di atletica leggera al Prof. Aldo Santunione. Due figure notissime, ma collocate anche loro nell’area di destra, di conseguenza, non accettabili dal potere locale. Anni dopo, Franco Anderlini venne “sdoganato”e il nuovo Palazzetto per la pallavolo in Via Zucconi fu titolato all’allenatore della pallavolo modenese. Mentre il Prof. Aldo Santunione è stato completamente dimenticato.
In quell’anno ebbi il piacere di presentare ai modenesi tre serate decisamente fuori dalla norma. In Aprile chiamai la Dott.sa Paola Giovetti, amica sin dagli anni giovanili, alla Secchia Rapita. Notissima giornalista, da tempo si era dedicata al “paranormale”, conduttrice di una trasmissione televisiva che ebbe notevole successo a livello nazionale, la convinsi a intrattenere i soci del Club con un argomento nuovo anche per lei: “Parapsicologia e Sport”. Lo trattò da par suo, alla relazione, applauditissima, fece seguito un nutrito susseguirsi di domande, che tenne avvinti i convenuti sino a tarda notte.
Un grande successo ebbe, nei locali del Cardinal di Bastiglia, la serata dedicata alla Kikboxing, con la partecipazione del Campione del mondo, il modenese, Michele Araldi. La kikboxing, per chi lo ignorasse, è un attività fisica da combattimento che utilizza calci (Kik) e pugni (boxe).
I piedi sono nudi, i pugni, come nel pugilato, protetti da guantoni. Vi fu l’esibizione del Campione Araldi con le azioni spiegate ai presenti, dal fratello, Giuseppe Araldi, allora responsabile regionale della kikboxing. Poi, a tavola dopo la cena, i relatori hanno illustrato tutti i segreti di questa spettacolare disciplina.
A Ottobre, sempre nei locali di Paride Rinaldi, alla Bastiglia, vi è stato l’incontro con i modenesi reduci dalle Olimpiadi di Atlanta. Alla serata parteciparono parecchie autorità del mondo dello sport locale. Dopo averli presentati, ho invitato tutti, atleti e dirigenti, a prendere la parola per raccontare le loro esperienze in terra americana. Hanno iniziato le due medaglie d’oro della pallavolo(olandesi) e giocatori della Las Daytona di Modena, Bas e Mike Van de Gor, seguiti dalle medaglie d’argento, sempre per la Pallavolo, Marco Bracci ed Andrea Sartoretti. E’ intervenuto po la medaglia di bronzo nel tiro con l’arco, il carpigiano Andrea Parenti, seguito dal canoista Andrea Covi e dal giudice di gara della ginnastica artistica e dirigente della Panaro, Ermanno Barbieri, a nome anche del ginnasta Marcello Barbieri, che si dovette assentare in lieve anticipo. Fu poi la volta del nostro socio Vittorio Cucchiara, presente ad Atlanta come Vice Presidente della Federazione Italiana Scherma. Sono poi intervenuti, per le Parolimpiadi, Francesca Porcellato per l’atletica, Marco Mai e Gabelli Giuseppe, medaglie d’argento nel tiro con l’arco e l’allenatore di quella disciplina Marco Pedrazzi, oltre al massaggiatore, Uber Lunari.
Ebbero spazio anche i dirigenti di quella Federazione (FISD), Bruno Meschiari ed Oronzo Capriglia, entrambi nostri soci, oltre al Dirigente, a quei tempi della Las Daytona, l’ex pallavolista, Franco Bertoli.
L’anno successivo vi furono altre belle riunioni: ricordo in particolare la serata dedicata all’atletica leggera con visita agli impianti sportivi della “Fratellanza” e con le relazioni , durante la conviviale, dei due dirigenti Prof. Giorgio Ariani e Prof. Luciano Gigliotti, ma in particolare ricordo quella serata per aver consegnato al “grande” Carlo Rinaldi, campione italiano di salto con l’asta e di pallavolo, poi insegnante di educazione fisica, il Premio “Fair Play” alla carriera, per la sua lunga attività, prima di atleta, poi di educatore.
Altre belle serate furono quelle dedicate, la prima,
alla realtà del calcio femminile modenese con la presenza del Presidente
Massimo Maramotti e della notissima calciatrice, poi opinionista televisiva,
Carolina Morace; la seconda, a Campogalliano, per una bella conviviale
dedicata al “Bacino di Canottaggio”, e agli sport del remo e della pagaia,
dove ebbi il piacere della presenza del Presidente della Federazione Italiana Canoa, Franco
Conforti assieme al responsabile del settore “canoa olimpica”, Oreste
Perri.
Una giornata
indimenticabile, non solo per me, ma per le tante persone presenti con molti
ospiti giunti da fuori Modena, fu quella al Castello Righini di Panzano. Al
pomeriggio si ebbe la possibilità di visitare, guidati dall’anfitrione,
Mario Righini, le centinaia di auto e motociclette d’epoca raccolte in una
collezione unica al mondo e, alla sera, nella incomparabile cornice della
corte del Castello di Panzano, il Dott. Edilberto Martelli ci parlò di
“Cultura e fascino delle auto d’epoca”, assieme al “braccio destro”
di Enzo Ferrari, l’amico Franco Gozzi.
Non mancarono,
in quegli anni, le classiche serate all’Ippodromo della Ghirlandina, per la
consegna dei Premi Panathlon di Trotto.
Dopo la mia
presidenza, mantenni la promessa di avere l’avvicendamento, del “bastone
di comando, ogni due anni e mi succedettero, prima il Rag. Umberto Ferrari e
poi Carlo Rossi.
Della
presidenza Ferrari ricordo due belle serate, con il giornalista,
simpaticissimo affabulatore, Leo Turrini, sulla pallavolo di ieri e di oggi,
ed un'altra gradevole serata alla “Gola” per parlare di motociclismo,
serata voluta fortemente dal nostro indimenticabile socio e componente il
Consiglio Direttivo, Malvino Giovannelli.
Durante il
mandato di Carlo Rossi, noto industriale della pasta, vi fu la bella
innovazione, durata alcuni anni, della consegna del “Tortellino d’oro” a
personaggi del mondo dello sport modenese: con il tortellino, non adatto alla
cottura, vennero premiati: i calciatori, Marco Ballotta e Mauro Mauri, il
Presidente della Panaro, Ormes Corradini, la nuotatrice Sara Giovannoni, il
pallavolista Giani.
Altre due
serate di notevole “caratura” furono quelle con il Dott. Mario Strata, con
tema “L’alimentazione nello sport” e quella con il Presidente della FISI
Gaetano Coppi, al Ristorante “Vinicio” con tema. “Lo sci italiano negli
anni 2000”.
Vi fu al
Panathlon modenese, da quegli anni in poi, causa situazioni esterne alle varie
dirigenze, quali la crisi generale dei Club, l’età avanzata di molti e la
scomparsa di alcuni altri, una considerevole flessione nel numero dei soci.
Personalmente,
da alcuni anni, mi ero defilato dalla dirigenza del Club, pur restando socio
frequentatore, quando, al rinnovo delle cariche per il biennio 2002-2003, mi
rilanciai nella mischia, anche per sostenere la candidatura alla Presidenza
dell’amico Graziano Pantaleoni, che venne eletto, assieme a Bruno Zucchini,
nella veste di Segretario-Tesoriere, come ai vecchi tempi di Giuseppe Panini.
Nel consiglio
direttivo entrarono: il Rag. Vittorio Cucchiara alla Vice Presidenza, e come
consiglieri, l’Arch. Paolo Sorzia, il Rag. Umberto Ferrari, Arduino Monari,
con entrate nel biennio successivo di Malvino Giovannelli, del Dott.
Ferdinando Tripi e di Ermanno Longagnani. Past president, Carlo Rossi.
Ci impegnò subito una grossa iniziativa, voluta dal pilota Graziano Pantaleoni, denominata “Guida Sicura, che ebbe come ha ancora oggi un notevole successo nelle scuole modenesi.
Difatti da sei anni il Panathlon Club di Modena ha
portato nelle Scuole Medie Superiori della città e della Provincia il
Progetto “Guida Sicura” che consiste nell’informazione teorica e pratica
di aspetti del guidare con sicurezza sulle nostre strade. Migliaia sono già
stati i giovani che hanno partecipato alle lezioni condotte dal pilota
Graziano Pantaleoni, dal Prof. Bruno Zucchini, dai Dottori Ferdinando Tripi e
Daniele Giovanardi, oltre che dall’Avv. GianPaolo Verna.
Innumerevoli attestazioni di stima da parte degli alunni, dei Genitori,
degli Insegnanti dei Dirigenti Scolastici e dalle Istituzioni locali. Le
lezioni pratiche si svolgono nel Piazzale antistante il PalaMolza o nel
piazzale dell’Iper coop al Nuovo “PalaPanini”, con auto messeci a
disposizione dall’Auto Club della BMW, con un attrezzo chiamato “ragno”
che provoca lo sbandamento del veicolo, se non controllato, dove, ogni alunno,
sempre accompagnato dal “paziente” Graziano Pantaleoni si cimenta al
controllo della vettura. Le lezioni teoriche si tengono nelle aule Magne di
ogni Istituto.
Nell’anno 2003 alcune belle serate le abbiamo
tenute al Ristorante “La Gola”, ricordo in particolare quella dedicata al
pugilato femminile con la campionessa mondiale, Simona Galassi e quella
dedicata al volo a vela acrobatico, con il Campione Italiano Marcello
Tedeschi, che ci intrattenne deliziosamente illustrandoci i segreti di quella
difficilissima disciplina; io ne fui particolarmente felice, dato che Marcello
l’avevo visto nascere e finalmente, in quella serata riuscii a far
intervenire anche il padre, il caro amico Argeo, sempre restio a partecipare a
simili eventi.
Durante il mese di Maggio, in occasione della
promozione in Serie A della squadra del Modena Rugby, festeggiammo quella
Società con la presenza del Presidente Nazionale della FIR, Giancarlo Dondi e
del Presidente del Rugby modenese, il nostro socio, Almer Berselli, assieme al
Presidente Onorario, l’Ing. Luciano Zanetti.
Nel 2003 presentammo ai soci, in occasione dei 45
anni di vita del Club un Cd Rom interattivo, ideato, creato e curato dal Prof.
Bruno Zucchini che racconta l’attività svolta dal Panathlon Club di Modena
dal 1958 al 2003.
Nel biennio successivo 2004-2005, sempre con la guida di Graziano Pantaleoni, tante altre riunioni si sono succedute, vorrei ricordare quella tenuta dal Campione di Nuoto Pinnato, Luca Tonelli che ci intrattenne sul tema ”Il segreto degli uomini pesce”.
Concorso
"La Memoria dello Sport
La manifestazione più importante, che ci tenne
impegnati per alcuni mesi, fu quella dedicata al Concorso Letterario “LA
MEMORIA DELLO SPORT”.
Vi hanno partecipato oltre centocinquanta alunni
selezionati nelle varie scuole Medie Inferiori di Modena e Provincia.
I Temi (racconti di nonno o genitore su esperienze sportive raccontate
al nipote o figlio) sono stati esaminati da una commissione apposita formata
da insegnanti, rappresentanti del Panathlon e da altre Istituzioni che hanno
selezionato e valutato i più meritevoli premiandoli con Premi in danaro,
targhe e materiale sportivo. I Temi premiati e quelli più meritevoli sono
stati pubblicati dalla famiglia Panini in volumetto corredato da moltissime
fotografie dello sport locale d’epoca. Il concorso ha ottenuto un notevole
successo. La commissione era così composta: Presidente del Panathlon
Club Modena Graziano Pantaloni, Prof. Anna Pia Carretti, del CSA di Modena, un
rappresentante del Comune di Modena; Dott. Ferdinando Tripi Direttore del
Servizio Medicina dello Sport Azienda USL Modena, un rappresentante della
Famiglia Panini. Un giornalista sportivo del Resto del Carlino. Un giornalista
sportivo della Gazzetta di Modena. Cav. Sandro Bellei giornalista. Prof. Bruno
Zucchini Insegnante E.F. (Segretario Panathlon Club). Prof.sa Daniela
Banchieri. Sig.ra Franca Marchi.
Dott. Claudio Gavioli (Medico Sportivo Modena F.C.). Prof.sa Daniela Gianaroli.
Splendida la serata conclusiva, il 31 Maggio 2005, al
ristorante della Club House del Golf & Country Club del Colombaro con la
presenza di numerosissimi ospiti e di tantissime autorità cittadine oltre,
ovviamente a tutti i ragazzi e i loro familiari, premiati.
L’anno 2004 fu purtroppo, un anno funesto per il Club poiché, in breve tempo, perdemmo tre soci estremamente validi: Vittorio Cucchiara, Paolo Malavolti e Ettore Maioli. Nel 2006 se ne andò, prematuramente, il consigliere Malvino Giovannelli.
Presidenza
"Duccio" Tripi e ultimi Progetti
Il rinnovo delle cariche sociali per il biennio 2006-2007 vide la nuova composizione del Consiglio Direttivo che risultò così composto: Presidente, Dott. Ferdinando Tripi, Vice Presidente: Rag. Umberto Ferrari, Consiglieri: Malvino Giovannelli, Ermanno Longagnani, Carlo Rossi, Ermes Casalgrandi, Cav. Sandro Bellei. Segretario - Tesoriere: Prof. Bruno Zucchini. PastPresident: Rag. Graziano Pantaleoni. Sindaci Revisori dei conti: Paolo Camurri, Giusti Giovanni.
Collegio dei Probiviri:, Cattinari Uberto, Dott. Bruno Goldoni.
Commissione per
il Fair play: Arch. Paolo Sorzia.
Il Dott. Ferdinando Tripi,
Direttore del Centro di Medicina dello Sport di Modena ha lanciato una serie
di progetti che sono in corso di attuazione.
Progetto Defibrillatori.
Tra i compiti del Club vi è anche quello di incoraggiare e sostenere le iniziative a favore dei disabili, le attività di prevenzione delle tossicomanie e dipendenze e del ricupero delle vittime di queste pratiche d’abuso, effettuare iniziative di solidarietà verso i veterani dello sport e realizzare programmi d’educazione alla non violenza ed alla dissuasione dalla pratica del doping. All’interno di questi obiettivi la Sezione Modenese del Panathlon International Club, propone un iniziativa ambiziosa che affronti un tema rilevante di salute e sport come quello della morte cardiaca improvvisa.
L’evento più temuto durante esercizio fisico intenso quale è quello praticato nelle varie discipline sportive è la morte improvvisa, definita come quella avvenuta nel giro di 1 ora dai primi sintomi, in realtà spesso molto più rapida, fonte di tanto sconcerto e raccapriccio quando la si legge sui giornali il giorno dopo.
La via finale comune dei tanti problemi cardiaci che possono
provocarla è la fibrillazione ventricolare, una aritmia non
sincronizzata del ventricolo sinistro che può nel breve volgere di pochi
minuti spegnere una vita ancora nel fiore degli anni. La causa è legata al
fatto che il cuore fibrillante, non è in grado di spingere il sangue in
maniera efficace nelle arterie che lo distribuiscono a tutti gli organi. I
tessuti più sensibili alla carenza, anche breve, di ossigeno, muoiono.
Bastano pochi minuti ed il
cervello si danneggia in maniera irreversibile, portando a morte il soggetto
colpito dalla fibrillazione.
Progetto
Disabili e Sport
Se nella popolazione normodotata il problema della "malattia ipocinetica", condizione fisica foriera di gravi problemi cardiorespiratori e metabolici, è uno dei più importati problemi di salute, a maggior ragione nei disabili, dove è indispensabile preservare le abiltà residue e far sì che la disabilità abbia il minor impatto possible sulle funzioni corporee non direttamente coinvolte nella disabilità.
Lo sport e l’attività fisica fanno bene a tutti, se sono adeguati alle condizioni ed alle necessità di chi li pratica.Tra i vantaggi dello sport, per una persona affetta da disabilità, vi è il recupero della fitness cardiorespiratoria, che la costrizione in carrozzina, o la disabilità in genere, di regola compromette.La corretta proposta di attività fisica/sportiva e del corretto monitoraggio dell'allenamento, può riguardare ogni tipo di disabile: motorio, neurosensoriale, intellettivo-relazionale.
Il progetto ha un duplice scopo: quello di fornire assistenza a chi,
disabile, già pratica attività sportiva e a chi, disabile, vuole iniziare ad
intraprendere un’attività consona alle proprie condizioni ed in grado di
incrementare le abilità residue tanto da far fronte meglio ai problemi fisici
e psichici connessi con il proprio problema.
Concorso Letterario “I Rischi del Sabato Sera”
Per
gli studenti delle Scuole Medie Superiori di Modena e Provincia
Il Panathlon Club Modena, in
collaborazione con vari enti locali, vuole promuovere un concorso letterario,
riservato alle scuole modenesi, denominato “I RISCHI DEL SABATO SERA”.
Il concorso letterario si prefigge di consentire, attraverso la sua realizzazione, la presa di coscienza da parte dei giovani dei rischi che corrono, soprattutto il sabato sera, ma in genere quando sono alla guida di un’automobile di cui spesso non conoscono i limiti. Il concorso cerca di smuovere negli studenti cui si rivolge la consapevolezza che l’automobile, ma anche qualsiasi mezzo di trasporto a motore, è un bene necessario, ma va saputo guidare, nel rispetto non solo del Codice della Strada, ma anche di certe regole che i corsi di “guida sicura”, hanno cercato di insegnare.
Il Panathlon Club Modena è stato ed è tutto questo e tanto altro; da parte dello scrivente posso solamente sottolineare di essere orgoglioso di appartenere ad un sodalizio che molto ha cercato di dare allo sport e alla cultura modenese. Ci siamo riusciti? Vivamente lo spero.