Emme Rossa |
Mese di Maggio
Il Mese di Maggio del 1945
Mese di Maggio in Provincia di Modena - La cronaca giorno per giorno
MORI
ARTURO,(1)
aveva quarantasei anni; rimase gravemente ferito in uno scontro con i
partigiani alcuni giorni prima.
A Modena viene assassinato il civile:
BERTELLI
PIETRO (1bis)
CATTANI
GIUSEPPE,(2)
per poi "eliminarlo" a poca distanza, nelle campagne
circostanti.
A Modena viene ucciso il Capitano della GNR:
CIOFFI
ANTONIO.(3)
MOLINARI
GIACOMO.(4)
A Tolmino, in Venezia Giulia, viene ucciso dai partigiani titini, il
modenese, caporal maggiore del Battaglione bersaglieri "Mussolini":
BAROZZI
ALFREDO.(5)
POLIDORI
MARIO.(6)
A Montefiorino resta ucciso un milite della GNR:
LANDI
ALFREDO.(7)
A San Pietro in Casale viene ucciso il modenese:
BARALDI
GUELFO.(8)
BARBIERI
OTELLO.(9)
Nella zona di Mirandola, precisamente a Vallalta, vengono uccisi altri
due militi della GNR:
SGARBI
UGO,(10)
che si presume sia stato sepolto ancora vivo, essendo stato trovato il
suo cadavere con i pugni pieni di terra: l’altro era il milite:
RAZZANI
TEOBALDO.(11)
A Collegara in Comune di Modena, viene ucciso, dopo essere stato
prelevato dai partigiani dalla sua abitazione, il milite della GNR:
MARCHETTI
GIAN PIETRO,(12)
di diciannove anni: il padre, Giuseppe, era stato ucciso alcuni mesi
prima dai partigiani titini.
Sempre in queste zone viene soppressa la giovane ausiliaria della RSI,
di soli diciassette anni:
MALAGOLI
TIZIANA:813)
venne trucidata in località Villa Filanda-Spiaggetta del Panaro,
assieme ad altri fascisti, tra i quali, sicuramente, il sopracitato Marchetti:
A Nonantola viene "eliminato" il ventiquattrenne:
MALAGUTI
LUCIANO.(14)
RUINI
FEDERICO.(15)
A Rosasco, in Provincia di Parma, assieme ad altre ragazze, viene
fucilata dai partigiani, l'ausiliaria di Castelfranco Emilia:
FORLANI
BARBARA,(16)
aveva venticinque anni. Barbara era una giovane maestra; frequentò il
corso per le ausiliarie volontarie della RSI anche contro il volere dei
genitori, per essere fedele ai suoi ideali di Patria e per assistere i
combattenti; dalle sue parole s’intuisce tutto il travaglio di questa giovane
donna che, consapevole della sorte che l'aspettava, non ha avuto tentennamenti
della scelta compiuta.
Questa fu l'ultima lettera che scrisse a casa:
LUNEDI 7 MAGGIO 1945
RIPARINI
FULVIO.(18)
Nella zona di Collegara, nei pressi della Filanda-Ponte di
Sant'Ambrogio, viene scoperto il cadavere di un giovane di circa 20 anni:
IGNOTO,(19)
sicuramente appartenente a reparti della RSI; risulta essere stato
ucciso da colpi di arma da fuoco; portava pantaloni grigi alla zuava, cinghia di
cuoio nero e scarpe alte.
Un altro cadavere, viene trovato nel fondo Paduli, in Via Panni a
Saliceto San Giuliano:
IGNOTO,(20)
sicuramente appartenente a reparti della RSI. Il rapporto dei
Carabinieri così diceva:
Un altro:
IGNOTO,(21)
viene scoperto dai Carabinieri a San Damaso: nel rapporto questi, così
scrivevano:
ROGGIO
ANTONIO.(22)
MARANO
VINCENZO.(23)
A Castelfranco Emilia resta ucciso, dopo essere stato prelevato dai
partigiani, il paracadutista della RSI:
INNOCENTI
BRUNO.(24)
A Castelvetro vengono soppressi due fratelli di sentimenti fascisti: si
trattava della Signora:
VANDINI
ERNESTA,(25)
di cinquantadue anni e del fratello di quarantacinque anni:
VANDINI DIOMIRO.(26)
LORINI
ROBERTO.(27)
A Modena perdono la vita, uccisi in imboscate o prelevati dalle loro
abitazioni i fascisti:
MORANDI
EMILIO,(28)
CATELLANI
GIULIO,(29)
LODI
LUCIANO,(30)
quest'ultimo era Tenente dell'esercito repubblicano, venne prelevato
dalla propria abitazione in città e portato a Villa Ganaceto dove veniva
ucciso; la sua salma verrà recuperata dopo diverso tempo.
Dalla ex caserma di Mirandola della GNR, partiva, in questo giorno, un
camion con a bordo sette prigionieri fascisti che dovevano essere portati a
Modena, per ordine del CLN, dovendosi indagare sulla loro posizione politica. I
sette erano accompagnati da cinque partigiani. Il camion non giunse a
destinazione: all'altezza di Bomporto, sulla statale n.12, l'automezzo deviò
per una via secondaria; i sette furono fatti scendere e uccisi a raffiche di
mitra.
Si trattava dei seguenti fascisti.
Il Maggiore della GNR, di sessantadue anni:
TABACCHI
ETTORE ENRICO,(31)
del figlio, anche lui milite della GNR:
TABACCHI
FERNANDO,(32)
del Colonnello della GNR di cinquanta anni:
CECCHI
MARIO,(33)
del Tenente della GNR di trentacinque anni:
PALTRINIERI
DOMENICO,(34)
del Tenente della GNR di ventidue anni:
SPEZZANI
CLAUDIO,(35)
e delle due ausiliarie:
CASTELLINI
GIULIA,(36)
di anni quaranta e della ventitreenne:
MALAGOLI
GINA.(37)
Sempre a Bomporto veniva ucciso da partigiani comunisti il Dott. Carlo
Testi, che era membro del CLN, ma iscritto alla DC.(38)
A Bologna viene ucciso lo squadrista della B.N. "Pappalardo":
GRADARA
RUGGERO (39)
Vengono prelevati da un gruppo di partigiani, dalla loro abitazione in
Modena, due giovani fratelli, militi della GNR; in quella casa, mesi prima, si
era già pianto per la morte di un altro giovanissimo fratello di 16 anni,
ucciso anch'esso dai partigiani in un’imboscata tra Carpi e Correggio il 14
Novembre 1944. I due fratelli uccisi in questo giorno sono: il ventenne maestro:
BELTRAMI
ALFREDO,(39a)
ed il giovane studente di diciannove anni:
BELTRAMI
ARNALDO.(40)
Sempre a Modena, viene prelevato e ucciso il ventunenne milite delle SS
Italiane:
RISTORI
SERGIO.(41)
Nella zona di Mirandola vengono brutalmente "eliminati" i
militi della GNR:
FACCHINI
GRAZIANO,(42)
SIMONETTO
GIUSEPPE.(43)
A San Prospero veniva ucciso il Maggiore della GNR:
VELLANI
ALBERTO.(44)
GIOVANARDI
ALESSANDRO.(45)
Alla periferia della città, nel fondo Panini in stradello Orsi, veniva
rinvenuto il cadavere di un:
IGNOTO.(46)
Un altro veniva rinvenuto nel fondo Berselli, in Via Iacopo da Porto:
si trattava del cadavere di un:
IGNOTO,(47)
era di età giovanile, portava un abito color chiaro, pantaloni alla
cavallerizza e nelle tasche aveva un giornale in data 1° Maggio. I carabinieri
ritennero che si trattasse di persone sicuramente appartenenti a reparti della
RSI.
A Mirandola veniva ucciso tale:
BERTOLI
UMBERTO.(48)
CIONI
GIOVANNI,(49)
venne prima torturato e poi trucidato dai partigiani: la moglie,
attraverso mille difficoltà e pericoli, fece affannose ricerche e dopo
parecchio tempo, precisamente il 26 Settembre 1945, le spoglie di questo
sventurato milite fascista vennero ritrovate presso le Salse di Nirano.
A Carpi veniva ucciso lo squadrista:
BENATI
GAETANO.(49BIS)
A Modena, veniva ucciso, in Via Bianchi Ferrari dove risiedeva, il
graduato della GNR:
PISTONI
FRANCESCO;(50)
la salma di questo fascista verrà recuperata a Cognento circa un anno
dopo, il 12 Aprile 1946.
A Medolla viene ucciso il Sottotenente della GNR:
BIANCHINI
GIUSEPPE.(51)
A Castelfranco viene ucciso a colpi di rivoltella l'ex milite della
Brigata Nera di trentasei anni:
GAROFANI
ALBERTO.(52)
In zone periferiche alla città di Modena restano vittime di esecuzioni
partigiane:
BIANCONI
GAETANO;(53)
era ispettore tecnico del consorzio carni ed aveva quarantasette anni; e
il Dott.
ZUCCONI
ALBERTO;(54)
che aveva trentuno anni; la salma di quest'ultimo venne rinvenuta a
Freto il 12 Novembre 1945.
A Vercelli viene barbaramente ucciso assieme a moltissimi suoi
commilitoni, il giovane sottotenente della GNR, di venti anni:
REBUCCI
PAOLO.(55)
Questo giovane modenese si arruolò giovanissimo nella GNR precisamente
il 1° Novembre 1943; partì per Ravenna al Corso Allievi Ufficiali. Nell'Agosto
1944 divenne sottotenente. Fu orgoglioso di essere destinato a Vercelli poiché
in quella città occorrevano uomini sicuri, data la zona difficile e turbolenta.
Pur essendo ligio al dovere, quando al Comando vi era da trattare uno scambio di
prigionieri, gli emissari partigiani preferivano rivolgersi a lui, perché
sapeva comprendere e capire certe situazioni. Il 25 Aprile a Vercelli si forma
una colonna detta poi dei "duemila" per andare a Como per l'ultima
battaglia: era una trappola, tesa dai partigiani con una telefonata anonima.(56)
La colonna giunta a Cortellazzo è in dubbio atroce, poi la certezza del
tradimento diventa realtà; non sapevano più cosa fare: ritornare indietro?
Combattere?. Sopraggiunse il Vescovo di Novara; espone la situazione disperata e
consiglia di deporre le armi per evitare uno scontro con i partigiani che
avrebbe potuto essere la rovina del paese. Promette salva la vita! Furono
disarmati, privati del loro denaro, internati nel campo sportivo di Novara, in
mano alle "Fiamme verdi" partigiani democristiani.
Subito cominciarono le sevizie e gli eccidi: a gruppi i disgraziati
venivano torturati, trascinati fuori e scannati. Ai primi di Maggio il campo fu
assalito da una folla di contadini armati di forche, badili, vanghe, che fecero
scempio di tanti infelici. Poi arrivarono i partigiani di Vercelli, con due
automezzi, per prelevare parte di coloro che erano sopravvissuti. Vennero
caricati 75 prigionieri, tra i quali il sottotenente Rebucci e portati
all'Ospedale Psichiatrico di Vercelli. Arrivarono già massacrati di botte. Il
Cappellano dell'Ospedale diede l'assoluzione in massa, perché i partigiani
avevano fretta di "lavorarli"; l'orgia di sevizie durò delle ore,
perché i carnefici si davano il cambio. Fra questi "eroi" vi era un
medico che sapeva torturare bene, senza far morire il "paziente". Alle
due di notte cominciarono a condurli a morte. Parte nel canale Cavour, altri
nelle campagne. Fu un vero e proprio massacro. La salma del sottotenente Rebucci
non venne mai più ritrovata, nonostante le pazienti ed accurate ricerche
portate avanti per anni dai genitori.(57)
il quarantenne
MATTEOTTI
UMBERTO,(58)
il quarantaquattrenne:
MONTI
MARIO,(59)
un altra persona della stessa età:
MUCCHI
CARLO,(60)
l'impiegato al Municipio di Sassuolo di cinquantotto anni:
PRANDINI
BATTISTA,(61)
e il quarantacinquenne:
BONILAURI
GIUSEPPE.(62)
A Castelfranco vengono prelevati e portati in una casa colonica dove
vengono torturati, derubati ed uccisi:
GARAGNANI
LUIGI,(63)
di quarantasette anni, e tale:
VIGNALI
ALDO.(64)
A Formigine viene "eliminato" un uomo di cinquantatré anni:
MONTORSI
EZECHIELLO.(65)
"Alle
ore 17 del 14 Maggio 1945, a Casinalbo, venne prelevato l'industriale Ezechiello
Montorsi. La sera stessa venne ucciso con quattro colpi di mitra. Dopo due
giorni, la salma venne recuperata, già sotterrata nel podere del mezzadro
Fernando Stefani. Lo stesso giorno, venne arrestato il capo partigiano....
autore materiale del delitto. Condotto alla Questura di Modena, riuscì ad
evadere (c'era ancora la polizia partigiana) ed a riparare in Iugoslavia. Un
altro dei partecipanti all'assassinio fuggì mentre stava per essere arrestato
all'interno del salumificio di Casinalbo. L'industriale era stato derubato del
portafoglio, dell'orologio d'oro, e di un anello d'oro con brillanti.(65bis)
Mentre nella zona di Mirandola rimane vittima di rappresaglia:
RAZZOLI
ALBERIGIO.(66)
A Pavullo i partigiani prelevano dalla loro abitazione due coniugi che
verranno barbaramente assassinati: sono il sessantacinquenne:
GAETTI
GIUSEPPE,(67)
e la moglie di cinquantotto anni:
CIONI
GAETTI VIRGINIA.(68)
A Modena vengono assassinati: il Brigadiere della GNR:
SALA
UBER,(69)
venne ucciso con otto pugnalate, come dichiareranno i suoi assassini che
verranno poi assolti al processo e tale:
BARBIERI
GINO.(70)
In Via Guicciardini veniva colpito mortalmente da colpi di arma da fuoco
un adulto:
IGNOTO,(71)
sicuramente appartenente a corpi militari della RSI.
A Nonantola vengono uccise madre e figlia, la prima di sessantadue anni,
la seconda di ventuno anni:
TANGERINI
ERMINIA
TANGERINI MARIA.(71BIS)
REAMI
GILIO,(72)
e il trentaseienne:
BERTUZZI
FILIPPO.(73)
A Castelnuovo Rangone viene ucciso tale:
BACCHI
OLIVIERO.(74)
Nell’ormai famigerato "triangolo della morte", che era
situato tra Castelfranco-Piumazzo-Manzolino, vengono uccisi:
il Capitano della GNR:
TEAGNO
ODOARDO,(75)
l'ex Federale di Cuneo:
RONZA
SECONDO,(76)
e altre due persone:
DE
STEFANI FERDINANDO,(77)
ZORGNOTTI
CARLO.(78)
Nella zona di Mirandola, a San Martino Spino, viene ucciso:
MALAGUTI
ANTONIO,(79)
A Modena, due partigiani prelevano dalla sua abitazione il
quarantunenne:
PAGANI
GIACOMO,(80)
che verrà mantenuto prigioniero in una porcilaia e successivamente
fucilato.
La corriera della morte a San Possidonio
E' in questi tragici giorni di maggio che parte dal Nord, precisamente
da Brescia, diretto verso la Capitale, un camion del Vaticano con a bordo 40-50
persone che, tramite le autorità ecclesiastiche, avevano ottenuto dal CLN il
lasciapassare per raggiungere le famiglie, sparse in ogni parte d'Italia e in
particolare nelle zone del Centro e del Sud.
Erano, nella maggioranza, allievi ufficiali della Scuola della GNR di
Oderzo che, dopo aver ricevuto l'onore della armi alla loro resa, da questa
località avevano raggiunto Brescia, poiché da quel centro attraverso
particolari canali avrebbero avuto la possibilità di raggiungere con mezzi
messi a disposizione dal CLN e dalla curia, le località d'origine.
Con esattezza non si poté mai sapere come andarono le cose malgrado
vari interventi, negli anni successivi, della magistratura che indagò a lungo,
e in svariate circostanze in seguito alle continue ricerche fatte da molti dei
familiari di coloro che si trovarono su quel camion che poi venne definito come,
"la corriera fantasma" o "la corriera della morte". Molti
particolari di quel tragico viaggio si poterono conoscere in una prima occasione
al processo che si tenne presso la corte di Assise di Viterbo dal 15 Dicembre
1950 al 15 Gennaio 1951. Le imputazioni degli imputati consistevano nei seguenti
reati:1) concorso nel reato di sequestro continuato ed aggravato di persona; 2)
di concorso nel reato di omicidio aggravato continuato; 3) di concorso nel reato
di malversazione continuata.
La sentenza condannava poi, il comandante e vice comandante della
polizia partigiana di Concordia, colpevoli di omicidio volontario continuato a
25 anni di reclusione, dei quali 16 anni e 7 mesi condonati, e l'interdizione
perpetua dai pubblici uffici.
Ma la possibilità di trovare i resti degli sventurati ed avere la
possibilità di un loro riconoscimento sfumava sempre più.
Negli anni successivi nelle campagne di quelle zone si continueranno a
scoprire ossa e resti umani
che i carabinieri assicureranno , in molti casi, appartenere agli scomparsi
della "corriera fantasma"
Di alcune di queste vittime si
è riusciti ad accertare l'identità, dopo lunghissime e laboriosissime
ricerche, ma purtroppo in molti casi si è potuto risalire alla probabile
identità degli scomparsi attraverso ipotesi e valutazioni che non hanno potuto
avere un’esatta e precisa conferma. Anche le analisi fatte dall'Istituto di
Medicina legale di Modena su centinaia di frammenti di ossa raccolti, non
portarono a risultati definitivi. Tuttavia, i fatti accertati, nella loro
sostanza, non lasciavano più adito a dubbi: la polizia partigiana aveva
derubato i passeggeri, e ne aveva ucciso un buon numero.
Si ha la quasi assoluta certezza che tra i trucidati a San Possidonio
fossero presenti le seguenti persone:
gli allievi Ufficiali della GNR della Scuola di Oderzo:
CALVANI
MARCELLO,(81)
COZZI
MARCELLO,(82)
DELLA
GERVA NICCODEMO,(83)
GOTTARDI
FRANCO,(84)
IANNONI
SEBASTIANI CESARE,(85)
LOMBARDI
ROBERTO,(86)
PICCININI
SERGIO,(87)
dei fratelli bolognesi , il primo di trentotto anni e capitano della GNR,
il secondo di non ancora diciassette anni:
QUADRI
GIOVANNI(88)
QUADRI
SILVANO.(89)
Del sottocapo di marina:
GIUFFRE'
VINCENZO(90)
dell'ex aviere di quarantacinque anni:
CAGNO
ALFONSO,(91)
del vice brigadiere della GNR, di venti anni:
ENRICO
SERRELI(92)
di certi:
NOTTI
ALFREDO,(93)
FALLAI
ALFIO,(94)
GROSSI
GINO,(95)
dell'ausiliaria della RSI di diciannove anni:
TIRABASSI
MARIA TERESA,(96)
dell'Ufficiale toscano:
PIA
IACOPO RENZO,(97)
del Capitano delle B.N.:
BARTOLOZZI
WALTER,(98)
di certi:
BARIANI
WALTER(99)
STABELLINI,(100)
di cui non si conosce il nome.
e ancora di certo
MELLI
ALFREDO.
Molto probabilmente nelle fosse di San Possidonio sono stati sepolti
altri prigionieri politici che erano stati trasportati in quelle zone dalla sede
della "polizia partigiana di Carpi", pertanto si può ritenere che
altri
VENTI
IGNOTI (101)
si siano trovati accomunati al tragico destino di coloro che ebbero la
possibilità di essere quasi sicuramente identificati.
In seguito alla scoperta delle fosse del 1968 e degli scavi successivi,
venne stilato un rapporto dei carabinieri che così concludeva:
"Per
opportuna notizia inoltre, si comunica che, nel corso delle indagini relativo al
presente rapporto, sono stati svolti numerosi contatti, a seguito dei quali è
stato possibile localizzare:
-
nel fondo così detto Pacchioni, al confine dei comuni di Cavezzo e San
Possidonio il punto in cui giacerebbero i resti appartenenti ad una quarantina
di persone, soppresse durante il periodo clandestino;
-
nel fondo Sbardellati Triante, in Comune di San Possidonio, lungo l'argine del
canale, il punto in cui si troverebbero i resti di altre 15 persone, fucilate
nel periodo clandestino ad opera dei partigiani;
-
nel fondo del Dottor Pollastri Bruno, di San Possidonio un ex rifugio antiaereo
ove giacerebbero i resti delle rimanenti persone fucilate a San Possidonio nella
notte tra il 18 e 19 Maggio 1945 e
di cui tratta il presente rapporto."
In
conclusione. le indagini dei Carabinieri avrebbero stabilito che le persone
soppresse e sepolte in modo clandestino in quel periodo, nel Comune di San
Possidonio, soltanto dentro fosse comuni delle quali poté essere accertata
l'esistenza, sarebbero state, nel complesso, quanto meno, un ottantina. Dal
novero restano escluse le persone soppresse e sepolte isolatamente quà e là,
sempre in modo clandestino."(102)
GIOVANNONI
BERNARDO.(104)
A Mirandola viene ucciso lo squadrista:
OTTANI
CORRADO.(104bis)
A Cognento veniva ucciso il sottotenente della GNR di ventuno anni:
CANEPONE
RANIERO.(104tris)
In località Tre Olmi di Modena, veniva ucciso il sergente maggiore
della RSI:
RICCHETTI
CESARE.(104/4)
FALZONI
GINO.(105)
A Corlo di Formigine veniva ucciso il Brigadiere della GNR:
BOARI
ADALGISO.(106)
GIACOBAZZI
CONFUCIO,(107)
la sua salma verra’ recuperata, in seguito, a Cognento.
A Collegara viene scoperto il cadavere di un anziano:
IGNOTO,(108)
sicuramente appartenente a reparti della RSI.
SANTI
GINO
A Castelfranco Emilia viene ucciso certo:
CONSOLINI
DANTE.(110)
A Formigine, il solito gruppo di partigiani, "sconosciuti",
preleva dalla sua abitazione per trucidarlo, un noto possidente di Casinalbo, il
cinquantenne:
CAVAZZUTI
ZOELLO.(111)
La salma di questo sventurato venne ritrovata nel fondo Rangoni, a
Formigine, il 12.2.1946.
A San Damaso viene ucciso il nativo di Bomporto, già iscritto al
Partito Nazionale Fascista:
BARBIERI
MARIO.(112)
A Modena viene ucciso, a colpi di arma da fuoco, un uomo di circa 30-35
anni rimasto:
IGNOTO.(113)
BADIALI
PIETRO.(114)
A Castelfranco Emilia, nello stillicidio delle uccisioni quotidiane che
hanno tormentato quelle zone per un lungo periodo del dopo
"liberazione", vengono soppresse due donne ritenute fasciste:
COCCHI
VITTORIA,(115)
DE
ANGELIS ITALIA.(116)
FREGNI
DUILIO.(117)
A Savignano sul Panaro resta vittima della "giustizia"
partigiana, tale:
BONI
ANGIOLINO.(118)
RUBBIANI
UMBERTO,(119)
venne portato a Baggiovara e in questa località, ucciso.
A Zocca i "giustizieri" proletari, si accaniscono contro
l'operaio di quarantaquattro anni:
CARLINI
FIORIGIO.(120)
A San Cesario sul Panaro viene trovato ucciso, con il capo fracassato da
colpi di mitra, il quarantaseienne:
BONI
MARIO(121)
Nei pressi di Carpi, mentre era diretto a Castiglione delle Stiviere,
nel mantovano, per raggiungere i fratelli che colà erano sfollati, in
bicicletta e con i calzoncini corti, un ragazzo di diciassette anni,
PINI
GIOVANNI (122)
viene fermato da un gruppo di partigiani nella zona di Concordia; dai
documenti viene accertato che si trattava del figlio di Giorgio Pini, ex
Direttore del "Resto del Carlino" e Sottosegretario agli Interni nel
Governo della RSI, riconosciuto, anche dagli avversari, per un uomo corretto e
leale. Il giovane non apparteneva a nessun reparto militare, ne aveva preso
parte in nessun modo alla guerra civile. La sua condanna a morte fu dovuta
solamente al fatto di essere figlio di un esponente della RSI. Malgrado vane
ricerche, la sua salma non venne mai recuperata.
MERCOLEDI 23 MAGGIO 1945
MELONI
MANFREDO.(123)
CAVALLOTTI
ANTONIO(126bis)
VENERDI 25 MAGGIO 1945
VACCARI
VITTORIO:(127)
VACCARI
GUERRINO.(128)
A Modena viene prelevato dalla sua abitazione il brigadiere della
Milizia Ferroviaria di cinquantatré anni:
PAPARELLA
ROCCO.(129)
Da indagini effettuate dai suoi familiari, sembra sia stato ucciso nella
zona di Ganaceto. La sua salma non venne mai ritrovata.
ARTIOLI
LUIGI,(130)
e il figlio, probabilmente, nell'intento di difendere il genitore, subì
la stessa sorte:
ARTIOLI
ALBERIGIO.(131)
Assieme a questi venne ucciso il cinquantunenne:
GAVIOLI
RENATO.(132)
A Castelfranco Emilia, ennesima esecuzione ai danni di un religioso, che
come negli altri casi , non viene ricordato dalla storiografia resistenziale,
che è sempre andata a senso unico ricordando la partecipazione della Chiesa
alla guerra civile ma non i preti massacrati dai partigiani.
TAROZZI
DON GIUSEPPE.(133)
Era parroco di Riolo di Castelfranco Emilia e venne prelevato e
soppresso, da otto partigiani comunisti a scopo di rapina. Gli autori furono
anche denunciati all'autorità giudiziaria. La salma di questo sacerdote non
venne mai ritrovata e si ritiene sia stata bruciata in una fornace.(134)
DOMENICA 27 MAGGIO 1945
GRECO
GIORGIO ANGELO,(135)
di quarantotto anni, viene barbaramente trucidato assieme ai suoi
giovani figli: l'ausiliaria ventitreenne:
GRECO
EVA,(136)
ed il giovanissimo figlio di diciassette anni:
GRECO
SANTINO.(137)
Questo orrendo crimine, emblematico per la volontà comunista di far
scomparire intere famiglie accusate di fascismo, dimostra il disegno
precostituito per la totale eliminazione fisica dei fascisti: una vera e propria
strage etnica. La povera madre e moglie, di questa famiglia così tragicamente
decimata chiese ripetute volte, a coloro che ben sapeva essere gli esecutori
materiali degli omicidi, dove fossero stati sepolti i suoi familiari, ma venne
sempre beffeggiata.
Assieme ai tre Greco e sempre a Medolla vennero uccisi i fascisti:
GEMMI
PASQUALE,(138)
NERI
RENATO.(139)
CALEFFI
DARIO.(140)
A Zocca vennero raggiunti dalla "giustizia partigiana" in una
proditoria ed efferata aggressione, due coniugi: l' ex Podestà di Zocca, di
sessantacinque anni:
CHECCHI
LUIGI,(141)
e la moglie di cinquantotto anni:
CHECCHI
BENEDETTI ANTONIA.(142)
MELETTI
GIORGIO.(143)
A Castelvetro è la volta del venticinquenne:
BURSI
EGIDIO.(144)
Ancora nella zona del "triangolo della morte", a Castelfranco
vengono uccise due persone si trattava di:
di sessanta anni e di:
BAROZZI
UMBERTO(146)
A Villa Freto viene ucciso il fascista:
MORANDI
LEOPOLDO(146BIS)
era stato prelevato presso l'Istituto San Filippo Neri di Modena.
MERCOLEDI 30 MAGGIO 1945
IGNOTO,(147)
in avanzato stato di decomposizione; era vestito da Ufficiale della GNR
con camicia nera, pantaloni grigioverdi e stivali di cuoio.
A Castelfranco Emilia vengono uccisi:
ZANASI
VITTORINO,(148)
POLIDORI
MARIO,(149)
oltre a
OTTO
IGNOTI.(150)
A Codevigo, in Provincia di Padova, restava ucciso il Capitano della GNR
di Carpi:
FORTI
MASSIMO,(151)
a Concordia veniva ucciso:
CREMA
ANTONIO.(152)
Nella zona di Ravarino si dovevano contare altri caduti:
SETTE
IGNOTI.(153)
Ancora nella zona di Castelfranco Emilia venivano uccisi:
LANDINI
VITO.(154)
GANDOLFI
LUIGI (154bis)
MANZONI
ITALO (154ter)
NOTE
1bis
cfr. "Martirologio" pag. 127
2 ibidem n. 206
3 cfr. elenco caduti inumati nel sacrario di San
Cataldo.
4 cfr. lettera del Comune di San Felice sul Panaro
del 3.2.1956.
5 cfr. elenco caduti del Battaglione "Mussolini"
6 cfr. G. Fantozzi: "Vittime dell'odio"
pag. 91
7 cfr. G. Pisanò: "Gli ultimi in
grigioverde", Vol. 4° pag. 2099. - "Martirologio" colloca questa
uccisione al 3/5/44
8 cfr. elenco caduti n. 49.
9 ibidem n. 55
10 ibidem n. 717
11 cfr. lettera del Comune di Mirandola del 16.1.1956 prot.
126
12 cfr. elenco caduti n. 462
13 ibidem n. 451
14 cfr. lettera del Comune di Nonantola del 23.1.1956 prot.
186
15 cfr. elenco caduti n. 679
16 ibidem n. 309
17 cfr. lettera agli atti dell'archivio dell'Ass. Naz.
Cad. e dispersi della RSI di Modena e inserita anche nel volume di Don A.
Scarpellini: "Lettere dei condannati a morte della RSI". pag. 193
18 cfr. elenco caduti
19-20-21
cfr. in elenco caduti ignoti in detto Archivio, tratto dai verbali dei CC
della nostra città.
22 cfr. elenco caduti n. 654
23 ibidem n. 460
24 cfr. ESGC.Pi e anche in : F. Fantozzi, op. cit. pag.
153
25 cfr. elenco caduti RSI n. 784
26 ibidem n. 785
27 ibidem n. 423
28 ibidem n. 515
29 ibidem n. 203
30 ibidem n. 421
31 cfr. lettera del Comune di Mirandola del 16.1.56
32
-38 ibidem
39
cfr. "Martirologio" pag. 119
39a cfr. elenco caduti n. 76
40 ibidem n.77
41 ibidem n. 653; anche in : R. Lazzero; "Le SS
italiane", pag. 370
42 ibidem n. 273
43 ibidem n. 725
44 cfr. elenco caduti inumati nel Sacrario di San Cataldo.
45 cfr. elenco caduti n. 349
46 cfr. elenco caduti ignoti in Archivio Ass. Cad. RSI
46
- 47 ibidem
48 cfr. articolo di F. Focherini in: "A1",
mensile, luglio 1983
49 cfr. elenco caduti n. 228
49bis
cfr. Martirologio pag. 112.
50 cfr. elenco caduti inumati nel sacrario di San Cataldo.
51 cfr. lettera del Comune di Medolla del 16.1.1956 prot.
42.
52 cfr. lettera del Comune di Castelfranco, cit.
53 cfr. elenco caduti n. 112
54 ibidem n.826
55 ibidem n. 638
56
- 57 cfr. testimonianza del Dott. Enzo Rebucci.
58 cfr. elenco caduti n. 483
59 ibidem n. 510
60 cfr. lettera del Comune di Sassuolo del 30.1.1956 prot.
563.
61 cfr. elenco caduti n. 616
62 ibidem n. 137
63
- 64 cfr. lettera del Comune
di Castelfranco. cit.
65 cfr. elenco caduti n. 512
65bis
cfr. V. Martinelli: "La corriera fantasma", pag. 146
66 cfr. ESGC.Pi
67 cfr. elenco caduti n. 326
68 ibidem n.327
69 ibidem n. 688
70 ibidem n. 52
71 cfr. elenco caduti ignoti
71bis
cfr. Fantozzi, op. cit. pag. 168
72 cfr. elenco caduti n. 635
73 cfr. lettera del Comune di Zocca del 28.1.1956 prot.
231
74 ESGC.Mo
75 cfr. elenco caduti RSI n. 700
76 ibidem n. 664
77 cfr. ESGC.Mo e F. Fantozzi, op. cit. pag. 82
78 cfr. elenco caduti n. 825
79 ibidem n. 446
80 ibidem n. 555
81
a 102 cfr. G. Pisanò, in op. cit. Vol. 3° pag. 1836; A. Scarpellini, op. cit.
pag. 252-255;V. Martinelli, op.
103 cfr. "La seconda liberazione in Emilia" opuscolo
edito nel 1949 a cura della segreteria region. della DC.
104 cfr. elenco caduti n. 352
104bis
cfr. Martirologio pag. 117
104tris
cfr. Albo d'oro A.U. della GNR
104/4
cfr. F. Fantozzi op. cit. pag. 165
185 cfr. elenco caduti n. 274
106 ibidem n. 117
107 ibidem n. 345
108 cfr. elenco caduti ignoti della RSI, dai verbali dei CC.
109 cfr. lettera del Comune di Vignola del 3.2.1956 prot.
407
110 cfr. lettera del Comune di Castelfranco cit.
111 cfr. elenco caduti n. 216
112 ibidem n. 30
113 cfr. elenco sconosciuti appartenenti alla RSI
114 cfr. elenco caduti n. 38
115 ibidem n. 230
116 ibidem n. 250
117-118
ibidem n. 317
119 ibidem n. 667
120 cfr. lettera del Comune di Zocca del 28.1.1956 prot.
231
121 cfr. lettera del Comune di Castelfranco cit.
122 cfr. V. Martinelli, op. cit.
123 cfr. elenco caduti n. 488
124 cfr. G. Pisanò op. cit.
125 cfr. lettera del Comune di Zocca, cit.
126 cfr. F. Fantozzi, op. cit. pag.59
126bis
cfr. "Martirologio" pag. 131
127 cfr. elenco caduti n. 773
128 ibidem n. 771
129 ibidem n. 569
130 ibidem n. 25
131 ibidem n. 21
132 ibidem n. 237
133 cfr. ESGC.Pi
134 cfr. G. Pisano op. cit.
135 cfr. elenco caduti n. 367
136 ibidem n. 368
137 ibidem n. 369
138 ibidem n. 341
139 ibidem n. 541
140 cfr. ESGC.Pi
141 cfr. lettera del Comune di Zocca cit.
142 ibidem
143 cfr. ESGC.Pi
144 cfr. ESGC.Mo
145 cfr. elenco caduti n. 208 e lettera del Comune di
Castelfranco, cit.
146 cfr. elenco caduti n. 59
146bis
cfr. F. Fantozzi, op. cit. pag. 162
147 cfr. elenco sconosciuti in Arch. Ass. Cad.
148 cfr. ESGC.Pi e F. Fantozzi, op. cit. pag. 82
149 ibidem
150 cfr. elenco sconosciuti
151 cfr. elenco caduti n. 310
152 cfr. ESGC.Pi
153 cfr. elenco sconosciuti
154 cfr. F. Fantozzi, op. cit. pag. 82
154bis
cfr. "Martirologio" pag. 139
154ter ibidem